“Gli imprenditori del commercio, turismo e dei servizi si aspettano risposte concrete per affrontare un futuro condizionato per due lunghissimi anni dall’emergenza sanitaria ed ora da un aumento esponenziale dei costi energetici”. Lo affermano Monica Ciarapica e Cesare Soldati, presidente e vice presidente della Confesercenti Ravenna•Cesena.

“Il caro bollette, oltre ad essere un macigno sulle spalle delle imprese, incide in modo rilevante sulla fiducia e propensione alla spesa dei consumatori. Consapevoli che si tratta di dinamiche internazionali, auspichiamo un adeguato intervento da parte del Governo e riteniamo che i candidati al Parlamento debbano assumere impegni specifici e chiari in questa direzione”. “Con l’emergenza Covid – proseguono Ciarapica e Soldati – le attività del terziario hanno vissuto una crisi senza precedenti, che ha fatto perdere loro miliardi di euro di fatturato. Un crollo che ancora pesa su molti comparti d’attività economica, le cui imprese difficilmente possono permettersi di accordare aumenti salariali, che invece servirebbero per dare fiducia, sicurezza e capacità di spesa ai consumatori. Infatti, se da una parte siamo pienamente consapevoli che la ripartenza dei consumi passa anche attraverso l’aumento dei salari, allo stesso tempo le imprese commerciali, turistiche e dei servizi non possono permettersi una ulteriore crescita dei costi. Per sostenere il rinnovo di contratti, in discussione proprio in questo periodo, serve dunque un segnale forte di riduzione del costo del lavoro. Occorre prevedere una detassazione sui futuri aumenti contrattuali e anche su tutte le ulteriori premialità, come le erogazioni sotto forma di welfare e benefit”.

“Il commercio al dettaglio e nello specifico quello non alimentare – spiegano i dirigenti della Confesercenti – con il Covid potrebbe aver subìto un colpo devastante, in Romagna e in tutto il Paese. Un settore che attraversava da tempo una crisi strutturale. La crescita esponenziale delle vendite on line avvenuta durante la pandemia, non è altro che un acceleratore di un percorso già delineato. Quando la tempesta pandemica ha allentato la presa è subentrata quella energetica. Pertanto, se da tempo servivano interventi radicali, ora le decisioni sono indispensabili e urgenti. I piccoli borghi, le periferie delle città, sono già desolatamente prive di attività commerciali al dettaglio e le nostre località hanno sempre più vetrine spente. Avanti di questo passo, in pochi anni cambierà la fisionomia delle nostre città: non saranno più piacevoli da passeggiare, animate e illuminate come le abbiamo conosciute per centinaia di anni. Un mestiere non più appetibile per le giovani generazioni perché non più gratificante sul piano economico. Vanno stravolte le regole: per esempio abbattendo l’Iva o dimezzando l’Irpef per chi sceglie questa professione”.

“Il carico fiscale privilegiato per i colossi delle vendite on line – concludono Monica Ciarapica e Cesare Soldati – è un’ingiustizia insopportabile, davanti agli occhi di tutti. Come può competere in queste condizioni il piccolo esercente vessato da tasse e imposizione fiscale sproporzionata ai ricavi? Chiediamo ai candidati parlamentari del territorio di farsi carico di un problema imponente e porlo con forza sui tavoli della politica nazionale ed europea”.

 

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