Apprendiamo a mezzo stampa da una intervista al Vice Sindaco, non senza stupore e senza essere mai stati interpellati in proposito, che nell’ambito di alcune proposte di modifica del prossimo regolamento comunale di polizia urbana (di cui alcune utili e condivisibili) si ipotizza l’obbligo per i pubblici esercizi di consentire l’utilizzo dei servizi igienici a prescindere dalla consumazione.

In merito crediamo si tratti di una scelta che va lasciata eventualmente alla discrezionalità del singolo esercente; bar e ristoranti offrono un servizio pubblico ma questo obbligo suona inopportuno: ogni attività ha esigenze e necessità diverse come diverse sono le utenze che vi si possono approcciare, l’esercente dovrebbe avere tutto il diritto di riservare l’accesso al bagno alla propria clientela, perlomeno in via prioritaria.

Non abbiamo bisogno in proposito di richiamare quanto prevede esplicitamente il testo unico di legge, né recenti sentenze del Tar circa la conferma del rapporto e collegamento tra clientela e utilizzo del bagno del pubblico esercizio.

Pensiamo ai numerosi eventi di piazza: ora i pubblici esercizi devono dare esplicita autorizzazione all’uso delle toilettes, domani si trasformeranno in mere latrine a servizi di manifestazioni con cui non centrano nulla? O pensiamo alle comitive particolarmente numerose, dove i bagni rischiano di essere monopolizzati a detrimento della stessa clientela del locale.

Il Comune non utilizzi questo dubbio escamotage per scaricare sugli esercenti la responsabilità della cronica mancanza di bagni pubblici in questa città, da sempre e in più sedi ribadita.

Oltre tutto anche i pochi bagni pubblici presenti sono a pagamento: se veramente parliamo di città turistica allora l’Amministrazione investa sulla capillarità e sulla gratuità di questi servizi fondamentali, che mancano anche durante le manifestazioni più frequentate.

Siamo ovviamente a disposizione per confrontarci utilmente sul nuovo regolamento di polizia urbana.

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